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Nuove accuse per Apple: lo starebbe facendo sotto i nostri occhi ed a suo totale vantaggio | Un tweet che grida vendetta

L’applicazione Damus del co-fondatore di Twitter Jack Dorsey è sotto i riflettori – www.iphonari.it

Apple di nuovo sotto i riflettori: le accuse riguarderebbero l’ennesima applicazione su App Store, di proprietà di Jack Dorsey, che violerebbe le norme del servizio.

Jack Dorsey, co-fondatore di Twitter, è entrato in conflitto con Apple per le sue imposizioni sull’App Store riguardanti la sua applicazione Damus. Damus è la prima app per iPhone per il social network Nostr, che si basa su una piattaforma decentralizzata e che consente agli utenti di inviarsi microdonazioni in Bitcoin tramite la rete Lightning. Queste transazioni sono chiamate “zaps” e sono disponibili sui profili degli utenti e sui singoli post.

Apple ha minacciato di rimuovere Damus dall’App Store se non avesse eliminato la funzione degli zaps dai messaggi, sostenendo che si tratta di una forma di vendita di contenuti digitali, che non è consentita dalle sue linee guida. Damus ha ricevuto una notifica da parte di Apple che aveva 14 giorni di tempo per adeguarsi o sarebbe stata espulsa dallo store digitale.

Dorsey ha risposto su Twitter che Apple ha una “errata comprensione” di come funziona questa funzione e che gli zaps sono un modo per “gratificare” i creatori di contenuti e non per venderli. Anche Elon Musk, l’attuale CEO di Twitter, ha criticato Apple per il suo comportamento, definendo la sua tassa del 30% sulle transazioni in-app una “preoccupazione maggiore”.

Dopo le reazioni negative, Apple ha contattato nuovamente i sviluppatori di Damus per discutere cosa si potesse fare per mantenere l’app disponibile sull’App Store. I due gruppi hanno raggiunto un accordo e Damus può mantenere le transazioni degli zaps ma solo sui profili degli utenti. L’opzione per inviare zaps ai singoli post non è più disponibile, poiché Apple continua a considerarla come una vendita di contenuti digitali.

Perché ce l’hanno sempre tutti con la Mela?

Questo caso è solo l’ultimo di una serie di controversie tra Apple e le app che utilizzano le criptovalute, come Coinbase e le piattaforme di trading di NFT. Le decisioni arbitrarie di Apple riguardo all’App Store e agli acquisti in-app sono tra le principali ragioni per cui l’azienda sta affrontando il controllo da parte dei governi di tutto il mondo, in particolare dell’Unione Europea.

Secondo Apple, l’app di Dorsey violerebbe le norme dell’App Store – www.iphonari.it

L’App Store è stato anche al centro di numerose controversie riguardanti le sue politiche, le sue commissioni, la sua concorrenza e la sua sicurezza. Una delle principali critiche all’App Store è il suo modello di business basato sul prelievo di una commissione del 30% su ogni transazione effettuata tramite le app scaricate dalla piattaforma.

Questa commissione è stata contestata da alcuni sviluppatori che la ritengono eccessiva e ingiusta, soprattutto per le app che offrono servizi o contenuti in abbonamento. Inoltre, alcuni sviluppatori hanno accusato Apple di abusare della sua posizione dominante nel mercato degli smartphone per imporre le sue regole e limitare la libertà di scelta degli utenti e degli sviluppatori.