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WhatsApp è a rischio: questa trappola ti metterà KO

Ancora una volta WhatsApp è finita sotto attacco informatico, per il quale molti utenti hanno visto le proprie carte di credito svuotate.

Non è assolutamente la prima volta che WhatsApp rimane vittima di hacker e leoni da tastiera con intenti negativi. L’unica differenza è che, in questo caso specifico, questi individui si sono “infilati” nel caos del Black Friday.

Circa un mese fa – novembre 2022 -, durante il periodo super caotico del Black Friday, le offerte, gli sconti e i ribassi anche su prodotti poderosi come gli elettrodomestici avevano letteralmente mandato in visibilio una fetta piuttosto ampia di clienti e utenti online. Già, perché nella maggior parte dei casi, le offerte online superavano di gran lunga quelle dei negozi fisici, sia in termini di scontistica vera e propria, sia per quantità.

Dunque, gli utenti non si limitavano a recarsi nei negozi. Ricevevano anche molti messaggi e mail con saldi e offerte imperdibili, da non lasciarsi sfuggire. Ed è lì che quei criminali hanno approfittato di una situazione frenetica e confusionaria come quella per agire, quasi indisturbati.

Proprio tramite WhatsApp, in quei giorni di sconti alcuni utenti avevano iniziato a ricevere dei messaggi che parlavano di buoni Amazon su svariati prodotti. Ovviamente, però, per usufruirne, era necessario inserire i propri dati, personali ma soprattutto bancari. E molti utenti, purtroppo, sono caduti nella rete di questo inganno. Le loro carte di credito e bancomat sono finiti in rosso, si presuppone senza alcuna possibilità di recuperare neanche un centesimo.

Siamo davvero al sicuro?

Per fortuna – ma non sempre è così -, grazie alle molte segnalazioni degli utenti truffati, WhatsApp stessa è riuscita a sedare e ad interrompere questo raggiro bloccando i numeri di telefono dei truffatori, rivelatisi, poi, dei futili bot.

Purtroppo, questo tipo di truffe è all’ordine del giorno, in un mondo dove il web e i social sono pane quotidiano. E i truffatori lo sanno bene. Per giunta, nonostante controlli e sistemi di protezione dei dati e della privacy, sembra che oggi non ci si riesca ancora a difendere del tutto, e in maniera appropriata. Molte volte non si è in grado di distinguere le cose reali da un potenziale inganno, e su questo la rete non aiuta. Anzi, in certi casi la sua frangibilità e cagionevolezza contribuiscono, anche involontariamente, a che gli utenti rimangano vittima di carnefici invisibili, ma pienamente tangibili nelle loro azioni malevole.

Quello che ogni persona dovrebbe fare, anzi, non fare, in queste circostanze particolari, è di lasciare i propri dati, estremi, generalità, coordinate a nessuno, soprattutto quando arrivano comunicazioni fallaci come quelle dei buoni Amazon. Banche ed enti utilizzano altri mezzi per comunicare ai propri clienti qualcosa di importante. Dunque è necessario essere diffidenti in casi come quello appena esposto.