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iPhone 5S: analisi dettagliata del chip Apple A7 e del coprocessore M7

iPhone 5S: analisi dettagliata del chip Apple A7 e del coprocessore M7

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Come molti di voi sicuramente già sapranno, il nuovo iPhone 5S è disponibile per la vendita in alcuni Paesi selezionati, come ad esempio gli USA e la Francia, mentre per l’Italia dovremo attendere ancora qualche settimana.

Nell’attesa di avere delle notizie più precise circa la data di rilascio del nuovo melafonino, vi proponiamo l’analisi dettagliata del chip Apple A7 e del coprocessore M7, condotta come sempre dai ragazzi del sito Chipworks.

Prima di tutto, vediamo di riepilogare le novità dei nuovi chipset: l’Apple A7 rappresenta la naturale evoluzione del precedente Apple A6 dell’iPhone 5, e il dato più interessante è il supporto all’architettura a 64 bit. E’ la prima volta che uno smartphone ha una CPU che lavora a 64 bit.

Per quanto riguarda il coprocessore M7, è stato realizzato dalla casa di Cupertino per l’analisi in tempo reale dei dati raccolti dai sensori del telefono, vale a dire la bussola digitale, l’accelerometro e il giroscopio. Può sembrare una cosa poco importante, ma ci saranno dei netti vantaggi con le app di navigazione satellitare e di fitness.

iPhone 5S: analisi dettagliata del chip Apple A7 e del coprocessore M7

Dopo un’attenta analisi al microscopio, gli esperti del sito Chipworks sono giunti alla conclusione che l’Apple A7 è realizzato da Samsung con tecnologia produttiva a 28 nanometri. Di conseguenza, il chip è molto più compatto rispetto all’Apple A6 e, nonostante sia più potente, consuma meno energia.

Il coprocessore M7 invece è caratterizzato dalla presenza del chipset ARM Cortex M3 di NXP. Il suo clock operativo è di 180 Mhz, e qui di seguito vi riportiamo un estratto della spiegazione sul suo funzionamento:

“Dopo aver carpito i dati dai sensori, il coprocessore M7 elabora una serie di matrici matematiche per ricavare un’orientazione assoluta del dispositivo nel mondo. Questi dati sono poi passati al processore A7 in un pacchetto ripulito, probabilmente nella forma di tre coefficienti: rotazione, inclinazione e imbardata.
Delegare il monitoraggio di questa tipologia di dati all’A7 significherebbe mandarlo in tilt; l’M7 è stato introdotto per mantenere un occhio costante e a basso consumo su questi sensori.”

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