‘Papà, per favore, dammi una mano’: inizia così la nuova truffa telefonica in atto | Migliaia di vittime con una telefonata di 30 secondi
Una nuova truffa sta prendendo piede nel nostro Paese e, purtroppo, sono già tantissime le vittime di questi criminali subdoli e senza scrupoli.
Ormai i numeri parlano chiaro, le tipologie di truffe sono triplicate e, nonostante alcune sia ben conosciute, sono tantissimi ancora i cittadini italiani che ci cascano e finiscono col perdere un botto di soldi e, in alcuni casi, finanche tutti i loro risparmi. In quest’ultimo periodo ne abbiamo passate in rassegna davvero tantissime.
Abbiamo parlato delle truffe agli sportelli Bancomat che possono avvenire sia in presenza che da remoto. In quest’ultimo caso, i truffatori ottengono il massimo risultato senza alcuna fatica se non quella fatta per aver posizionato gli Skimmer, ovvero dei piccolissimi dispositivi che consentono loro di rubare i PIN delle carte e clonarle.
Ciò, però, può avvenire anche con i Pos. Quindi bisogna stare attenti a scrutare alla perfezione se ci si ritrova dinanzi a dispositivi manomessi. Inoltre, non possiamo certamente ignorare le telefonate spam che inducono, ad esempio, a cambiare operatore telefonico, gestore delle forniture energetiche o ad intraprendere la strada del trading.
Infine, ci sono i messaggi che possono essere si e-mail che SMS. In questo caso parliamo di phishing o smishing. Ora l’allarme è stato lanciato proprio dalla Polizia per una nuova truffa che fa leva sui sentimenti delle persone ed in particolar modo di quelli dei genitori che, ovviamente, sono molto legati ai propri figli.
La truffa coinvolge la Polizia stessa
Innanzitutto, partiamo subito dal fatto che si tratta di una telefonata. Ebbene sì, avete capito benissimo, la povera vittima ignara, in un momento qualsiasi della giornata, anche di notte, riceve una telefonata assurda in cui, un finto poliziotto informa dell’arresto di suo figlio. Attenzione, però, perché non si tratta di un uomo solo al lavoro in questa performance teatrale.
Ebbene sì, avete capito benissimo. Gli attori sono ben due e, ovviamente, se il primo impersona un agente di Polizia, o meglio il capo dell’ufficio di Polizia dal quale avviene la fantomatica chiamata, il secondo attore entra in scena fingendosi proprio il figlio della vittima designata. Quando quest’ultimo prende il gioco in mano, piange in maniera disperata chiedendo aiuto a suo padre.
Gli chiede di liberarlo dalla prigione che lo aspetta, ma ecco che il primo attore chiede dei soldi in cambio del rilascio. In pratica, una sorta di cauzione. Fate molta attenzione nel caso in cui dovesse capitarvi una cosa del genere, dato che la Polizia non ha questo modus operandi. Cercate subito di contattare i vostri figli e, soprattutto, segnalate l’accaduto alla Polizia senza cadere nel tranello.